Ho appena visto le prime puntate della serie "Romulus" e mi chiedo chi ne sia il consulente storico...
Allora, premetto che sono felice che si tenti con una produzione nazionale di rivisitare il mito della fondazione di Roma e che per questa ragione mi sono fatto un dovere di vedere le prime puntate di Romulus su Sky.
Il primo colpo negativo è venuto dai titoli di testa, dove il nome proprio Romulus, che dà il titolo alla serie, è scritto con le lettere dell’alfabeto runico, più precisamente con le rune più antiche, cioè quelle dell’alfabeto Futhark, di origine germanica.
Ma Romolo non era nè crucco nè danese, nulla aveva a che fare con i norreni e, tra l’altro, non abbiamo prove che l’alfabeto Futhark esistesse al tempo della fondazione di Roma.
E allora perchè le rune in un ambiente latino?
Inspiegabile.
Così come mi chiedo cosa abbia indotto la produzione a considerare i latini del VII-VIII secolo avanti Cristo dei tipi che vivevano seminudi nei boschi in uno stato di igiene precaria o, al più, vestiti tutti con un’identica tunichetta marrone o rossa, prodotta in serie e distribuita da un’improbabile OVS dell’età del bronzo.
Si individuano così, dall’abbigliamento, i tre gruppi omogenei di protagonisti:
Era davvero inevitabile creare un”atmosfera così stereotipata e improbabile?
Per non parlare delle rune...
Insomma ci sono rimasto male...