Così l’avvocato del popolo ha perso la causa
Il Movimento cinque stelle ci ha abituato a qualsiasi colpo di scena: là dentro possono fare e dire tutto e il contrario di tutto, dando vita ad una pittoresca rassegna di eventi in una lotta darwiniana per la sopravvivenza che vede tutti combattere contro tutti senza esclusione di colpi.
Ancora una volta, però, sono riusciti a sorprenderci con questo pronunciamento della magistratura che, accogliendo i ricorsi di diversi iscritti, ha praticamente invalidato l’elezione di Conte a leader del Movimento.
È un fatto che non ha precedenti nella storia politica italiana: in pratica Conte è il primo leader abusivo della nostra Repubblica, che per mesi avrebbe straparlato, concionato, persino fornito confuse indicazioni sul nuovo Presidente della Repubblica, senza averne titolo, visto che la sua elezione sarebbe viziata da gravi violazioni delle norme interne allo stesso Movimento.
Lui ha tentato di minimizzare, ma oggi implacabile è arrivato il post di Grillo a ribadire che le sentenze vanno rispettate.
Si preannuncia un nuovo scontro interno che indebolisce Conte e spinge verso il basso il già deprimente trend elettorale dei pentastellati.
Una fine penosa e grottesca: soprattutto un brutto spettacolo...